Tunnel of Love

Due perfetti sconosciuti si incontrano al luna park, in una sera di luci e profumi, mentre la ruota panoramica gira tra i neon colorati. C’è un pilota automatico che li spinge alla reciproca scoperta, giostra dopo giostra. Fanno anche un giro nel tunnel dell’amore, ma la fascinazione si incaglia sullo scoglio della ritrosia. Il buio fa una magia malinconica, le luci si riaccendono alla fine dell’avventura e lasciano loro solo un ricordo: “She took off a silver locket she said remember me by this / She put her hand in my pocket, I got a keepsake and a kiss

Qui in Orto non abbiamo i Dire Straits, ma da qualche giorno sta fiorendo quel tunnel of love vegetale chiamato Aristolochia gigantea, col suo fiore a forma di labrinto per mosche. Oltre a una grande corolla color carne, ha una struttura tubolare a imbuto piegata verso l’alto, una serie di camere specializzate che si aprono in sequenza mano a mano che il fiore appassisce. Lungo le pareti interne, fitti peli ben direzionati impediscono agli insetti di tornare indietro, obbligandoli ad avanzare nella notte artificiale in cui sono piombati. Su un lato, una piccola zona semitrasparente li invita a continuare, come una luce in fondo al tunnel.

Il tragitto dura 2-3 giorni ed è il tranello d’amore della pianta: nel primo gli insetti entrano, nel secondo possono valicare la curva a gomito piegata verso l’alto, che si rilassa mentre i tessuti perdono acqua. I fiori maschili e femminili sono disposti in camere diverse, obbligando le ignare mosche a consegnare e prelevare il polline per conto della pianta, fecondandola nel tragitto. Il terzo giorno il fiore chiude, come un luna park triste, lasciando liberi i suoi prigionieri.

Non è facile mettersi nei panni di una mosca, ma anche nel tunnel dell’amore dell’Aristolochia si entra col pilota automatico, guidati da quella forza imperscrutabile che ti butta in un’avventura incerta. Se ne esce un po’ turbati, con una vocina che ti dice che comunque ci ricascherai, perché la grande ruota della natura continua a girare sotto ai neon di quei fiori color carne che dicono alle mosche “Come on and take a low ride with me girl/On the tunnel of love”.