indovina chi sono?

Osservando con attenzione, potreste vedere delle formiche andare su e giù da questo palo, in cui si trovano i loro nidi. Sono tutte uguali?

Chi non sa riconoscere una formica? Sembra una domanda banale…chissà quante formiche ognuno di noi ha visto nella propria vita, magari perché è rimasto affascinato ad osservare le lunghe file di individui che tornano al nido con il loro bottino…un po’ meno affascinato e un po’ più infastidito se il bottino proviene dalla propria cucina!

Come tutti gli insetti, le formiche possiedono parti del corpo caratteristiche: un capo (la testa) che porta i principali organi di senso, (come un paio di antenne), un mesosoma (comunemente detto torace) su cui si articolano 3 paia di zampe, e un gastro (o addome) che contiene il sistema digerente e diverse ghiandole. A differenza degli altri insetti, però, le formiche presentano sempre anche un piccolo segmento tra mesosoma e gastro, che si chiama peziolo. Quindi, dal punto di vista morfologico, un insetto è una formica solo se possiede il peziolo. Per il resto, forma, dimensione e colorazione di tutte le parti del corpo sono molto variabili, perciò le numerose combinazioni di tutti questi fattori danno origine a pattern diversi, che caratterizzano ogni specie di formica e permettono di distinguerla l’una dall’altra.

D’altra parte, ci sono specie di formiche che si assomigliano tra loro più di altre. È il caso di Colobopsis truncata e Dolichoderus quadripunctatus. In effetti, entrambe hanno alcune parti del corpo rossicce (in particolare, il mesosoma) e altre nere; inoltre, presentano delle zone più chiare sul gastro. Ma c’è un significato dietro questa somiglianza? Alcuni ricercatori ipotizzano che ci troviamo in presenza del fenomeno chiamato mimetismo batesiano, per cui una specie (il modello) dotata di “armi” contro possibili nemici, viene imitata nella forma e, talvolta, anche nel comportamento da una specie (il mimo) più innocua, che non ha le stesse possibilità di difendersi. Il perché è piuttosto intuitivo: in questo modo, il mimo viene facilmente confuso dai predatori con la specie più pericolosa e perciò, molto spesso, viene lasciato in pace…e in vita. Sicuramente un bel vantaggio!

Nel caso delle nostre formiche, il modello sembrerebbe essere Dolichoderus quadripunctatus. Infatti, non solo produce sostanze tossiche prodotte da specifiche ghiandole che possono scoraggiare un attacco da parte di predatori delle sue dimensioni, ma è anche nota per il suo sapore disgustoso, che la mette in salvo da nemici più grandi. Inoltre, rispetto al suo mimo, è molto più abbondante nell’ambiente in cui abita, perciò è logico pensare che un predatore la incontrerà più frequentemente e imparerà ad evitarla.

Ora che sapete in cosa e perché si somigliano, riuscite a distinguere le due specie? Vi sveliamo un trucco: come dice il suo nome, D. quadripunctatus ha esattamente quattro puntini giallastri sul gastro, che permettono di distinguerla facilmente, dovuti al fatto che la cuticola in questi punti è più sottile e traslucida. Per ora non possiamo svelarne la funzione, perché non la conosciamo…almeno fino a quando qualche ricercatore curioso riuscirà a risolvere il mistero.