Aironi punk, fiori sgargianti e uccelli tessitori

La corolla della Strelitzia spicca per l’appariscente cresta di petali arancioni e verticali, a bella posta in cima a una guaina verde che ricorda un becco. L’intero fiore ricorda la testa di un airone punk. In diagonale tra cresta e guaina c’è invece una terza struttura vistosa e viola, contenente antere, pistillo e nettari, dotata di un singolare meccanismo mobile molto amato da uccellini africani detti tessitori.
Per prevenire l’evaporazione del nettare al sole ed evitare che animali non idonei all’impollinazione possano rubarlo, la Strelitzia presenta infatti un sistema che fa invidia ad architetti e ingegneri: una piegatura dinamica che solo i tessitori sanno aprire. La membrana viola è data da due petali saldati tra loro a formare una piattaforma d’atterraggio, calibrata sul tessitore. Quando l’uccellino appoggia il suo dolce (e preciso) peso, determina una deformazione perfettamente bilanciata per l’apriti sesamo. Se i grammi sono quelli del tessitore il meccanismo di apre, lui gusta il nettare stando in equilibrio sul poggiolo e si sporca di polline, mentre se il peso è minore il forziere resta chiuso. Se poi è eccessivo, il tutto cede di schianto impedendo a ladri, cattivi impollinatori (o tessitori bisognosi di dieta…) di restarvi in equilibrio: la struttura è una serratura e il peso dei tessitori la chiave per aprirla.
La struttura è anche elastica e decollato il tessitore essa si richiude: può aprirsi centinaia di volte senza perdere efficienza, grazie a quello che gli ingegneri chiamano cedimento torsionale controllato. Sui due lati si trovano tre nervature di rinforzo, collegate da una lamina flessibile che crea una sorta di tensostruttura. Nella parte inferiore le nervature sono invece fuse tra loro e assieme alle costole superiori tengono in tensione il lembo di tessuto. L’atterraggio del tessitore propaga energia in modo guidato, generando una forza che deforma la lamina, ma gli elementi sono collegati in modo tale che l’energia elastica immagazzinata con la deformazione permette di chiudere il forziere al decollo del tessitore.
Peccato che in Italia gli uccellini non abbiano scoperto il trucco, sarebbe divertente osservarli all’opera stando nascosti in un angolino.